Dessí e la Sardegna : I carteggi con il «Ponte» e Il Polifilo

è una Sardegna fuori del tempo, alle soglie della storia, quella che emerge dalle pagine dei romanzi e dei racconti di Giuseppe Dessí. Ma è anche una Sardegna viva, ricca di contraddizioni che si inverano nel paesaggio e nelle vicende degli uomini. Il rapporto profondo che ha legato Dessí alla s...

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Main Author: Corrado Tumiati (auth)
Other Authors: Giuseppe Dess&igrave (auth), Giulio Vannucci (auth), Alberto Vigevani (auth)
Format: Book Chapter
Published: Firenze University Press 2013
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520 |a è una Sardegna fuori del tempo, alle soglie della storia, quella che emerge dalle pagine dei romanzi e dei racconti di Giuseppe Dessí. Ma è anche una Sardegna viva, ricca di contraddizioni che si inverano nel paesaggio e nelle vicende degli uomini. Il rapporto profondo che ha legato Dessí alla sua terra, nutrendone la narrativa, la saggistica, il lavoro intellettuale, si impone con forza nei carteggi raccolti in questo volume. Le lettere inedite, rintracciate in quattro diversi archivi italiani, trascritte e puntualmente annotate da Giulio Vannucci, raccontano la nascita e la composizione del numero speciale del «Ponte» di Calamandrei dedicato nel 1951 alla Sardegna e ricostruiscono la genesi della splendida antologia Scoperta della Sardegna, pubblicata nel 1965 dal Polifilo di Alberto Vigevani. In quei due libri straordinari lo scrittore, lasciando per una volta la voce narrativa ad altri, aveva costruito, non solo attraverso le parole di amici, ma di studiosi, storici, politici..., un diverso racconto corale dell'isola: mettendosi al servizio di Calamandrei, nel caso del «Ponte», per trovare collaboratori idonei a parlare della Sardegna del dopoguerra; impegnandosi a scegliere ricercatori capaci di tracciare una nuova e originale guida alla scoperta culturale dell'isola nel caso del Polifilo. Di tutto questo ci parlano adesso i carteggi, ma anche della cultura degli anni 60, dei dialoghi e delle tensioni intellettuali che accompagnarono Dessí nella compilazione di due opere che per acutezza antropologica e sociale ancora oggi ci parlano di una 'dimora vitale' che era la sua. 
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